sabato 24 novembre 2007

Sulle religioni. 2


“Credo nella fondamentale verità di tutte le religioni del mondo. Credo che tutte siano date da Dio e credo siano state necessarie al popolo al quale furono rivelate. E credo che, se solo tutti noi potessimo leggere i libri sacri delle diverse fedi dal punto di vista dei seguaci di queste fedi, scopriremmo che in fondo sono tutte uguali e si aiutano l’un l’altra.

“Credo che tutte le grandi religioni del mondo siano più o meno vere. Dico “più o meno” , perché credo che tutto quello che è toccato dalla mano dell’uomo, per la semplice ragione che gli esseri umani sono imperfetti, diventi imperfetto…..E perciò ammetto, con tutta umiltà, che i Veda, il Corano, la Bibbia sono parola imperfetta di Dio e che, esseri imperfetti come siamo, piegati qua e là da una moltitudine di passioni, ci è impossibile perfino comprendere questa parola di Dio nella sua pienezza.”

“Suppongo che un cristiano venga da me e mi dica di essere stato affascinato dalla lettura di Bhagavat e di volersi fare indù, gli risponderei: “No. Quello che offre Bhagavat, lo offre anche la Bibbia. Lei non ha fatto lo sforzo di scoprirlo. Faccia questo sforzo e sia un buon cristiano.
.”
(Ghandi, “Antichi come le montagne”, Mondadori, Saggi, 1987)


Ancora alcune riflessioni di Ghandi sulle religioni prima di entrare nel merito dal “punto di vista cristiano” come mi sono ripromesso. Nell’ottica di Ghandi non c’è alcun bisogno di “proselitismo” Se un cristiano andasse da lui per farsi indù lo sconsiglierebbe e lo inviterebbe a meditare a fondo sulla sua Bibbia perché lì troverebbe le risposte al suo anelito di verità e al suo bisogno di entrare in contatto con la trascendenza.

Può sembrare una banalità affermare un’idea del genere; essa è invece gravida di conseguenze. Nella storia del cristianesimo, la necessità di “fare proselitismo” ha condotto alle crociate e, in particolare, alla conquista dell’America latina a fil di spada e con la croce distruggendo antiche civiltà, sterminando interi popoli e facendo tutto questo “in nome di Dio”. Sappiamo bene che il vero movente era la conquista di nuove terre e nuove ricchezze ma l’ideale “religioso” offriva una comoda copertura all’avidità umana. E così Dio, come in tantissimi altri casi, veniva utilizzato per fini puramente umani di potere e di sopraffazione.

24/11/2007

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