domenica 18 novembre 2007

Sulle religioni

Sulle religioni

“…Le religioni sono strade diverse convergenti versi lo stesso punto. Che importa se prendiamo strade diverse, purché giungiamo alla stessa meta? In realtà vi sono tante religioni quanti sono gli individui…”.
“…..Dopo lunghi studi ed esperienze sono giunto alla conclusione che:
1) tutte le religioni sono vere;
2) tutte le religioni contengono qualche errore;
3) tutte le religioni mi sono quasi altrettanto care che il mio induismo….. La mia venerazione per le altre fedi è uguale alla venerazione per la mia; perciò non è possibile pensare a una conversione.”
(Ghandi, “Antichi come le montagne”, Mondadori, Saggi, 1987)

Questo di Ghandi è un punto di arrivo (o, meglio, di partenza) estremamente importante: la sostanziale eguaglianza di tutte le religioni come vie diverse per giungere alla stessa meta. Non è stato facile per me, di nascita, formazione e cultura cristiana, arrivare alla stessa conclusione circa le religioni. Se non si arriva a questo “punto di partenza”, qualsiasi dialogo interreligioso è minato alla base, sostanzialmente falso e dettato da scopi diversi di quelli una reciproca comprensione e benefico scambio di esperienze diverse tutte mirate alla fratellanza umana e alla descrizione dell’ineffabile.
Arrivare a questo ha comportato il superamento, non facile, di tanti pregiudizi “cristiani” e “occidentali” e parlarne potrebbe non essere inutile.

2 commenti:

Mauro Magini ha detto...

prova di commento

Angelo V. ha detto...

Caro Mauro,
la tua opinione, secondo cui tutte le religioni sarebbero equivalenti e"vere", anche se mutuata da Gandhi mi lascia quanto menho perplesso.A volerti seguire, sarebbe come dire che una religione, qualunque essa sia, ne vale un'altra, e ciò a prescindere dai valori che propone e dai principi che rappresenta.
Tale impostazione, a mio parere, equivale a non avere, nella sostanza, nessuna religione.
Può essere una scelta, ma non si può affermare che sia una scelta che abbia un senso.
E allora mi sembra più sensato ritenere che solo alcune religioni possono considerarsi "equivalenti" nei limiti in cui siano tra di loro assimilabili i principi fondamentali e i valori primari su cui si fondano. solo tra tali religioni sarà quindi possibile quel dialogo che da molti è auspicato.