lunedì 17 dicembre 2007

2. Gesù e l'adultera



In molte occasioni Gesù aveva ribadito detto che non era venuto ad abolire la legge e il Tempio:

“Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosé l’insegnamento dei profeti…nemmeno una virgola sarà cancellata dalla legge di Dio” (Matteo 5,17-18)

Eppure come Gesù concepisse il rispetto della legge nelle situazioni concrete della fragilità umana è riportato nel famoso episodio dell’adultera (Giovanni, 8. 1-11):

“I maestri della legge e i farisei portarono davanti a Gesù una donna sorpresa in adulterio e gli dissero:
- Maestro questa donna è stata sorpresa mentre tradiva suo marito…Mosé ci ha ordinato di lapidare queste donne…tu che ne dici?
Parlavano così permetterlo alla prova e avere pretesti per accusarlo. Ma Gesù guardava in terra e scriveva col dito nella polvere. Quelli però insistevano…allora Gesù alzò la testa e disse:
- Chi tra voi è senza peccato scagli per primo una pietra contro di lei…..udite queste parole se ne andarono uno dopo l’altro. Rimase soltanto Gesù e la donna. Gesù le disse:
- Dove sono andati? Nessuno ti ha condannata?
La donna rispose:
- Nessuno signore.
Gesù disse:
- Neppure io ti condanno. Và e non peccare più.”

Si è molto congetturato su che cosa Gesù scrivesse sulla sabbia mentre i farisei lo mettevano alla prova. Gesù, come Buddha e Socrate, non ha lasciato nulla di scritto. Forse non sapeva nemmeno scrivere, fatto molto diffuso all’epoca e Gesù non possedeva la scienza infusa. Poco importa se scrivesse o tracciasse dei segni, fatto è che stupiva i suoi interlocutori che lo premevano per coglierlo in fallo. La stupenda risposta di Gesù li fa allontanare tutti e solo la donna, rimasta sola con lui, si sente dire che è perdonata e che può andare libera. E però non deve peccare più, ribadendo così che la legge va rispettata.

E se una seconda volta la stessa donna si fosse trovata nelle stesse condizioni Gesù l’avrebbe allora condannata? Non è dato saperlo dalle scritture, ma la riposta è no perché tra il rispetto della legge e la concreta condizione umana con tutte le sue debolezze, quest’ultima è sempre stata privilegiata nel comportamento di Gesù. La legge e il Tempio esistono ma: “il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”. Questa profonda libertà interiore manifestata da Gesù in tantissime occasioni sarà la ragione principale della sua rovina.

17/12/2007

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