sabato 1 dicembre 2007

Un cammino da fare


Occorre dunque “interpretare” i testi sacri per capire chi sia stato veramente Gesù e cosa veramente ci abbia trasmesso. Con alcune premesse che riguardano le fonti e la tradizione cristiana.

Innanzitutto va sottolineato che i vangeli canonici, a noi tramandati, furono codificati - se non ricordo male - nel concilio di Nicea poco dopo l’editto di Costantino con una Chiesa che era ormai un potere tra i poteri. Certo, i credenti credono e sperano che lo Spirito di Dio abbia soffiato nel cuore e nelle menti dei vescovi allora riuniti, ma resta il fatto, storico questo, che, allora, la “parola” è stata fissata da uomini.

Per quanto riguarda la tradizione cristiana, sin dall’inizio si è assistito al sorgere di interpretazioni diverse sul significato della vita e degli insegnamenti di Gesù. Il primo protomartire venerato dalla chiesa è quel Stefano che, in buona sostanza, fu lapidato per conflitti religiosi (nell’ambito delle dispute sorte all’interno degli ebrei “ellenisti”: vedi Paolo Flores D’Arcais, Gesù E Ratzinger tra storia e teologia , Micromega, 3, 2007). Nei secoli successivi le reciproche accuse di eresia tra gruppi rivali si sono sprecate e, dopo ogni disputa (accompagnate spesso da violenze) una interpretazione “ortodossa” si è affermata relegando le altre ad “eresie”. Sorvolando sui “secoli bui” del cristianesimo, nei quali il solo leggere le scritture era pericoloso, si arriva all’epoca moderna nella quale è iniziato quel lavoro esegetico, tuttora in corso, che ha permesso di fare giustizia di tante credenze e superstizioni che, come incrostazioni della storia, avevano profondamente inquinato o, meglio ancora, nascosto il messaggio autentico della buona novella: “eu-angelion”.

1/12/2007

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