giovedì 24 gennaio 2008

4. Considerazione finale




“Venite..benedetti dal Padre mio; entrate nel regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Perché avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato; ero nudo e mi avete vestito; ero malato e mi avete curato; ero in prigione e siete venuti a trovarmi.
E i giusti diranno: “Signore ma quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato..da bere…in prigione e siamo venuti a trovarti?
…In verità vi dico che tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli lo avete fatto a me”
(Matteo 25, 34-40).

Ecco un punto di fondamentale importanza: se mai un giudizio ci sarà, non ci verrà chiesto in cosa esattamente avremo creduto (verginità, assunzione in cielo, figlio di Dio, figlio dell’uomo, resurrezione…) ma che cosa esattamente avremo fatto. Se giudizio ci sarà, sarà sull’ortoprassi e non sull’ortodossia. Questo è di grande consolazione e di grande apertura teologica: nessuno impedirà a un ebreo, un mussulmano, un indù, un buddista, un indiano delle praterie l’ingresso nel regno solo perché non riconoscevano Gesù, se avranno operato bene. Ecco allora che questa prospettiva non è poi tanto diversa da quella di Ghandi sulle differenti religioni viste come vie diverse che portano alla stessa meta. Ma il testo evangelico va anche più in là: nessuno impedirà l’ingresso nel regno a chi dice di non credere in nessun dio ma si è comportato con solidarietà nei confronti degli altri viandanti di questo cammino terreno senza costruirsi idoli fasulli cui dedicare la propria vita. Tutti, senza eccezione, siamo potenzialmente chiamati a far parte di questa grande e nuova “opportunità”. Potremmo e vorremo quindi associarci a quanto dice Panikkar (Tra Dio e il Cosmo. Dialogo con Gwendoline Jarczyk, Laterza, (2006) :

“Sono, pertanto assolutamente convinto che il Cristo può essere considerato come il simbolo – cioè la ricapitolazione o il riassunto – di tutta la realtà. Ma anche il Buddha lo è, e altri ancora.”

Non è facile credere questo e, personalmente, non so se lo credo anche se, questo sì, ho un gran desiderio di fede, questo sì sento profondamente, e, più ancora, ho una viva speranza che ci sia data ancora una possibilità perché Egli (cito a braccio) “…riempirà ciò che è vuoto, colmerà ciò che è scarso, drizzerà ciò che è storto, scalderà ciò che è freddo, asciugherà ogni lacrima…e chi spera in questo non sarà confuso in eterno”.

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